Il taccuino di Febbraio
Apro il mio taccuino giusto per annotare una breve mia riflessione e un’altra poesia, dopo quella di gennaio.
Febbraio è il mese del fermento. È ancora piuttosto freddo ma le mattine e i pomeriggi si fanno più frizzanti e l’intensità della luce e l’azzurro del cielo iniziano a cambiare. Il clima è mite e fiori di tarassaco, le margherite, le violette selvatiche e persino dei ranuncoli sono sparsi per il prato. Quest’anno ho deciso di riprendere il mio diario cartaceo, quello in cui annoterò semine, fioriture spontanee e coltivate e tutto ciò che di particolare della natura mi colpirà andando in giro. Lo consiglio anche a chi non ha un vero e proprio giardino, ma qualche vaso sul balcone oppure a chi vive in città o in un appartamento. Sembrerebbe non ci fosse nulla da annotare, ma il cielo all’alba e al mattino, il verde incontrato durante una passeggiata sono un motivo sufficiente per scrivere ciò che si vede e le proprie riflessioni.
Febbraio di Vincenzo Cardarelli
Febbraio è sbarazzino.
Non ha i riposi del grande inverno,
ha le punzecchiature,
i dispetti
di primavera che nasce.
Dalla bora di febbraio
requie non aspettare.
Questo mese è un ragazzo
fastidioso, irritante
che mette a soqquadro la casa,
rimuove il sangue, annuncia il folle marzo
periglioso e mutante